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Fabrizio De Andre' Maria nella bottega di un falegname Falegname col martello perche' fai den den? con la pialla su quel legno perche' fai fren fren? costruisci le stampelle per chi in guerra ando'? dalla Nubia sulle mani a casa ritorno'? Mio martello non colpisce, pialla mia non taglia per foggiare gambe nuove a chi le offri' in battaglia, ma tre croci, due per chi diserto' per rubare, la piu' grande per chi guerra insegno' a disertare. Alle tempie addormentate di questa citta' pulsa il cuore d'un martello, quando smettera'? Falegname, su quel legno, quanti colpi ormai, quanto ancora con la pialla lo assottiglierai ? Alle piaghe, alle ferite che sul legno fai, falegname, su quei tagli manca il sangue, ormai, perche' spieghino da soli, con le loro voci, quali volti sbiancheranno sopra le tue croci. Questi ceppi che han portato perche' il mio sudore li trasformi nell'immagine di tre dolori vedran lacrime di Dimaco e di Tito al ciglio il piu' grande che tu guardi abbraccera' tuo figlio. Dalla strada alla montagna sale il tuo den den ogni valle di Giordania impara il tuo fren fren; qualche gruppo di dolore muove il passo inquieto, altri aspettan di far bere a quelle seti aceto. |