Il musicista (Nomadi) by Mitch81
Ricordo ancora tutto, come una vecchia storia, di nobili, plebei e feudatari lontana come l'anima dal reo o il tempo da un pensiero che grida forte la sua identità e che non finirà come non può finire l'eterno.
Che invece di sprezzanti ideali di potere, di dollari, di Mercedes e di stragi, di golpe, di campagne elettorali, misteri e Quirinale, si spiega con ben altre soluzioni che a quella gente là sulle poltrone stan sui coglioni.
Ma cosa sto dicendo, che razza di discorso, possibile che ancora non me ne renda conto, che quel che è stato è stato, che non c'è più riscontro tra quello che vorremmo è ciò a cui andiamo incontro.
Tra vivere felici anche non proprio come dive (Bb) e tante condizioni in cui si sopravvive, e ancora tra paradisi di boschi, fiori e rivi, e ozono, marmitte, diossina e detersivi.
Io proprio non capisco il falso della gente,
che a tutti i costi vuole dimostrare,
sfoggiando l'apparenza che conviene, di esser gente bene
e che in fondo non c'è poi gran differenza
fra loro, l'avvocato, lo stilista o l'eminenza.
E la televisione libro sempre aperto,
delle tangenti sa dirci quasi tutto
delle storie di famiglie puritane, di scandali e sottane,
ma quel che è importante si è taciuto,
non è occultamento di notizie, ma giornalismo muto.
Ma di che sto parlando io me ne rendo conto,
che in fretta e all'incontrario sta già girando il mondo,
che ormai ogni valore ha già toccato il fondo
e che ogni musicista, dicono, sia un parassita immondo.
Ma allora, a questo punto, che cosa dovrem dire
noi che mitra e bombe non riusciamo a concepire
ci spiace che la gente costretta sia a subire sperando almeno che chi è insoddisfatto, ci stia a sentire.
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